Giannini: opportunità all’estero per l’italiano
Un estratto dall'intervento del ministro dell'Istruzione
L’italiano all’estero si sta trasformando sempre più da lingua per le comunità italiane in lingua che ha una domanda specifica, di studio, di approfondimento nei campi di musica e arte, ma anche di natura economica per l’interazione con aziende italiane che hanno ormai sedi in tutto il mondo. E questa, secondo il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, “è una opportunità molto importante per l’accompagnamento all’insegnamento, ma tutto ciò richiede una strategia e degli interventi di tipo finanziario. Il governo, forse per la prima volta, sta intraprendendo un percorso in questo senso, per esempio con gli interventi nella legge di stabilità”.
Investire sulla lingua italiana è un dovere. Invitata a parlare nell’ambito dell’indagine conoscitiva sullo stato di diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo del Comitato italiani all’Estero, il ministro Giannini ha spiegato che “investire sulla lingua italiana in questo momento è un dovere storico e culturale nei confronti dell’identità del nostro Paese e della forza culturale che essa ha sempre espresso nella storia e un’opportunità importante nell’accompagnamento delle politiche estere, anche sotto il profilo economico. Tutto questo può e deve richiedere una strategia complessiva, che non sempre è stata organizzata con una regia sintonica, e richiede anche degli interventi, in qualche caso anche normativi e in altri casi di sostegno finanziario”.
Revisioni e aggiornamenti. Giannini ricorda che “le istituzioni scolastiche pubbliche all’estero sono 42, una diffusione molto capillare, e con 624 unità di personale che sono il punto dolente ma anche quello con le maggiori capacità di rilancio nella delega”. Delega che vede nei suoi punti principali la revisione del trattamento economico del personale, il riordino dell’interazione tra scuole pubbliche e scuole private con la possibilità di replicare il modello delle paritarie, la revisione della disciplina dell’insegnamento delle materie obbligatorie. “Aggiornamento degli ordinamenti didattici, promozione della cultura italiana all’estero puntando sulla lingua come veicolo, creazione di una strategia linguistica, revisione delle modalità di selezione, formazione e assunzione del personale docente” sono i punti su cui il ministero è al lavoro. “La delega è un percorso che ha 18 mesi di tempo, ma speriamo di anticipare”.