ICoN in visita alla Sociedad Dante Alighieri. Come si studia l’italiano dall’altra parte del mondo
Per la Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, la redazione di ICoN è virtualmente volata in America Centrale per incontrare Luca Galizia, il direttore esecutivo della Società Dante Alighieri di Città del Messico. Insieme a lui esploreremo l’universo della Dante e delle sue iniziative, della cultura italiana all’estero, ma non solo: qual è il termometro dell’apprezzamento della nostra cultura da parte del popolo messicano? Quali sono le tecnologie e i nuovi metodi di insegnamento utilizzati per imparare la lingua italiana? A voi la scoperta. Buona lettura!
La Società Dante Alighieri non ha bisogno di presentazioni: nata nel 1889, è una delle istituzioni culturali italiane più prestigiose. Il comitato di Città del Messico, fondato nel 1902, è uno dei più longevi. Il direttore ci accoglie nella sua sede con grande orgoglio.
La Dante di Città del Messico è senza dubbio un Comitato con una lunga storia, che ha tra l’altro avuto la fortuna di avere come presidenti grandi personalità, intellettuali, imprenditori, uomini e donne di grande cultura. Fra i tanti mi fa piacere ricordare Aldo Cecchetti, Adalberto Cortesi, Giovan Battista Capirossi, Franco Bonfanti, Guadalupe Appendini. La sede lasciata in eredità dal lavoro delle generazioni precedenti, è una sede di grande prestigio, un’imponente casa degli inizi del ´900, con stucchi e ampi saloni, nello storico quartiere Juárez, molto vicino al centro storico.
Come contribuisce la Dante di Città del Messico alla missione della Società?
La nostra missione attuale è sempre quella che la Dante Alighieri porta avanti da oltre 100 anni, che declinata ai tempi attuali richiede una grande connessione con l’Italia di oggi e con gli aggiornamenti della didattica dell’italiano. Non bisogna dimenticare che chi viene alla Dante Alighieri lo fa, nell’80% dei casi, perché ama l’Italia, la sua cultura, la sua cucina, la sua arte, le sue eccellenze.
Quindi è solo studio nella forma classica?
No, è chiaro che oltre che imparare l’italiano i nostri studenti devono divertirsi, ricevere un’ampia e variegata offerta di eventi culturali ed occasioni di incontro sociale, in modo da trovare da noi un po’ di quello che fa amare il nostro Paese. Per questo noi proponiamo concerti di musica classica, jazz, operistica e di altri generi, conferenze, presentazioni di libri, mostre d’arte, eventi enogastronomici. In particolare nell’ultimo anno abbiamo portato in Messico il concetto della “Cena con delitto”, offrendo delle storie collegate all’Italia e ovviamente una cena italiana preparata da un cuoco italiano. Il successo è stato enorme!
E quali sono gli obiettivi per il futuro?
Le nostre personali sfide sono quelle di aumentare il numero dei nostri studenti, considerando nuove forme di marketing e comunicazione, nuove forme di insegnamento, nuove relazioni istituzionali ottenendo sempre più visibilità.
Torniamo all’evento che ha dato il la a questa intervista, cioè la XVIII Settimana della Lingua Italiana nel Mondo. Quest’anno il tema è L’italiano e le reti, le reti per l’italiano. La Società Dante Alighieri è un ottimo modello di “fare rete”, con 468 sedi sparse in tutto il mondo, di cui 6 in Messico. Può dirci di più del rapporto tra le sedi?
La relazione con Roma è molto proficua e noi cerchiamo costantemente di rafforzarla per poter diventare sempre più un partner e non solo un comitato all’estero. La gestione Dante in linea generale dà una grande autonomia ai comitati. La gestione Dante in linea generale dà una grande autonomia ai comitati, e questo comporta anche che, soprattutto negli ultimi anni, abbiamo contato soprattutto sulle nostre forze e sulla nostra inventiva. Tra i comitati messicani c’è relazione ma non un vero e proprio coordinamento, anche perché le realtà locali sono molto diverse tra loro.
E per quanto riguarda la rete locale, ovvero il rapporto con il territorio? Ci parli delle realtà della capitale messicana. Esiste, tanto per cominciare, una comunità italiana?
La comunità italiana in Messico è relativamente esigua, soprattutto in relazione ad altri paesi del continente, si parla di circa 20.000 italiani ufficialmente residenti in tutto il Messico. Il Messico non è mai stato uno sbocco migratorio per l’Italia ai tempi dei grandi movimenti migratori, né lo è adesso, questo comporta anche che i nostri studenti che studiano italiano perché discendenti di seconda o terza generazione siano relativamente pochi.
E il popolo messicano come si approccia al nostro paese e la nostra cultura?
I messicani amano estremamente l’Italia, l’italsimpatia, per usare un termine del presidente della Dante Alighieri, Andrea Riccardi, è qui molto forte. Fuori dall’Italia non ci si rende bene conto di quale enorme capitale culturale possegga il nostro Paese. La lingua è solo il veicolo della relazione con l’Italia, che è amata per l’arte, la cucina, per tutte le sue forme culturali, dalle più antiche alla più moderne, per la moda, lo stile di vita. Come ricordavo prima, è questo amore per l’Italia che ci porta ogni anno circa 500 nuovi studenti solo a Città del Messico.
Stando al rapporto dell’Osservatorio della lingua italiana relativo all’anno 2015/2016, stilato per stimare il numero di apprendenti italiano all’estero, la Società Dante Alighieri ha dichiarato più di 100.000 soci-studenti. Come si è evoluta la situazione da allora? Si può fare una stima del numero di apprendenti di italiano sul territorio messicano?
Per quello che ci riguarda, negli ultimi tre anni, in seguito ad un grande lavoro di rinnovamento sotto tutti i punti di vista, didattico, del personale docente, della struttura interna, della sede, degli eventi culturali, della comunicazione, con un nuovo sito ed una nuova gestione delle reti sociali, il numero dei nostri studenti è quasi raddoppiato.
Si tratta di dati in crescita riguardanti solo la Dante?
Non solo: la tendenza dello studio dell’italiano è positiva in Messico in ogni caso, l’italiano è in genere la quarta lingua più studiata nelle Università.
Insomma l’italiano si insegna e c’è un ottimo feedback… la domanda sorge spontanea: come viene insegnato? Quando parlava di rinnovamento didattico , ci è venuto spontaneo pensare alla collaborazione con ICoN per l’aggiornamento dei docenti.
L’aggiornamento dei nostri docenti è un punto per noi importantissimo, anche quest’anno con ICoN potranno usufruire di un corso di aggiornamento in più oltre ai molti altri impartiti durante l’anno. In particolare abbiamo scelto il corso sulla didattica digitale perché a partire da quest’anno abbiamo iniziato a organizzare attività didattiche online attraverso il nostro sito, e la risposta a questa nuova metodologia di insegnamento è stata molto positiva! Abbiamo già oltre 50 studenti virtuali.
Dunque, la scelta del corso è stata strategica. Sono stati i docenti a sentire il bisogno di un aggiornamento sulle nuove tecnologie per l’apprendimento, oppure è stata una scelta direttiva? Quali potenzialità si intravedono sulla didattica online?
Abbiamo visto la necessità di rafforzare questa parte dell’insegnamento, in quanto i corsi online presentano specificità proprie, diverse dalle lezioni in presenza. Viste le tendenze generali dell’insegnamento delle lingue a livello globale, oggi l’insegnamento online è già di importanza fondamentale; per l’italiano, date le condizioni elencate in precedenza, questo è meno urgente, esistendo una componente emotiva nel suo apprendimento più spiccata, ma non deve farci pensare che non ci tocchi. Con la realtà virtuale dietro l’angolo l’insegnamento delle lingue sarà rivoluzionato, e chi non sarà pronto è destinato a sparire.
Con questa considerazione ci ringraziamo e salutiamo il direttore Galizia, lieti di avere potuto fare un tuffo nel mondo della cultura italiana in Messico. La Settimana della lingua italiana del mondo quest’anno ci ha consentito di fare un’esperienza importante: conoscere nuove realtà dove si coltiva la passione per l’Italia e per l’italiano, e apprezzare l’impegno delle istituzioni che, facendo rete, permettono loro di crescere.